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Commitment to innovation.

Alessandro Granata

VQC e Senior Project Manager

Il tuo viaggio scientifico

Il mio incontro con la chimica inizia già alle superiori: mi sono diplomato come perito chimico all’ITIS Cardano di Pavia; dopodiché, fare l’Università è stato un percorso naturale. Mi sono laureato in Chimica Inorganica all’Università degli Studi di Pavia. A quel punto il mio percorso è proseguito con tre anni di Dottorato, sempre in Scienze Chimiche, e con alcuni mesi da ricercatore borsista.

Come arriva LabAnalysis? Beh, Luigino Maggi è stato mio professore universitario. In un modo o nell’altro penso che molti di noi siano passati attraverso di lui (ride, ndr). Mi aveva cercato non appena mi ero laureato, ma come ho detto ho voluto proseguire con il dottorato. Così, quando mi ha ricontattato, dopo alcuni anni, ho subito detto di sì. In realtà ero molto tentato di diventare un accademico, di proseguire con la ricerca e insegnare. Tuttavia, non era decisamente il momento giusto: l’Università aveva pochissimi fondi, la situazione dei ricercatori era troppo precaria, non c’erano gli stimoli giusti… Sono entrato in LabAnalysis in punta di piedi, ma è una delle scelte migliori che abbia mai fatto: mi è piaciuto da subito l’ambiente lavorativo, mi sono appassionato al nuovo lavoro e sono felicissimo della scelta.

Se penso che da piccolo volevo fare il pompiere mi viene da sorridere. In realtà, poi, comunque, ho trovato uno sbocco nell’ambito del soccorso: sono volontario soccorritore del 118 ormai da quasi vent'anni. Ho un ruolo fisso sulle ambulanze e sono fiero di essere anche diventato istruttore regionale per l’abilitazione al soccorso extraospedaliero: tengo da anni corsi per i nuovi soccorritori e corsi di primo soccorso alla popolazione. In questa maniera ho anche trovato il modo di insegnare… Naturalmente lo faccio nel tempo libero, come passione extra-lavorativa.

Di che cosa ti occupi in LabAnalysis?

Sono ormai 13 anni che ho a che fare con le analisi chimiche. Ho iniziato come operatore di laboratorio in ambito di Ricerca e Sviluppo (R&D). Ho piano piano ricevuto sempre più fiducia da parte della Direzione, e ora lavoro come VQC (Vice Quality Control) nell’ambito farmaceutico. Gestisco, inoltre, diversi gruppi di lavoro che si occupano di attività farmaceutiche. Mi occupo principalmente di validazione di metodi chimici di analisi, di studi di degradazione forzata, di studi di extractables and leachables, e, più in generale, di tutto ciò che ruota attorno al R&D.

Diviso per un periodo tra ufficio e laboratorio, lavoro ormai da alcuni anni esclusivamente in ufficio. In laboratorio vado ormai solo per visionare delle criticità analitiche che non potrei valutare dalla scrivania. Il lavoro manuale di laboratorio, con un camice, sono anni che non lo faccio più, e un po’ mi manca…

Che cosa ti piace del tuo lavoro?

Mi piace che sia ogni volta diverso, con problematiche differenti e stimolanti. Mi piace poter interagire con il Cliente, fornendo supporto e competenze fin dall’inizio di un nuovo progetto. Mi piace valutare assieme ai commerciali la gestione delle offerte, seguire col laboratorio le fasi sperimentali e fornire al Cliente riscontri delle attività eseguite. Mi piace anche che non ci sia un solo grande progetto da seguire, ma tanti progetti che vengono portati avanti in contemporanea.

Un altro aspetto che mi rende molto soddisfatto è la consapevolezza di fare qualcosa di utile e concreto. Lavoriamo con progetti che non sono fini a se stessi, che non sono soltanto un’analisi, ma permettono la raccolta di dati utili alla commercializzazione dei prodotti o contribuiscono alla risoluzione di problematiche del Cliente.

Quando leggi sui giornali del successo di un prodotto a cui sai che hai dato il tuo contributo in fase di sviluppo non puoi che esserne soddisfatto!

COVID-19: è stata dura da gestire?

In parte sì. Ho fatto smart working per un periodo molto limitato, perché il mio ruolo necessita la presenza in azienda. Non tanto in laboratorio, quanto in ufficio, per coordinare i diversi progetti, seguire lo stato di avanzamento delle attività, monitorare i dati in tempo reale, raccogliere informazioni utili alla gestione di calls con i Clienti...ancora per firmare documenti: attività che da casa sarebbe molto complicato gestire.

Le difficoltà principali legate al COVID sono legate al fatto che è cambiato il modo di lavorare, soprattutto con i Clienti. Fino a Gennaio (2020, ndr) c’erano molti incontri, soprattutto qui in sede: ci si dava appuntamento per parlare di un progetto e, da una scrivania, tutti assieme, si discuteva. Ora ci sono gli incontri a distanza, con i vari software di videochiamata. È anche stata una bella sorpresa, perché prima venivano usati davvero poco in azienda, ma alla fine si guadagna tempo: non si perde tempo nella fase di incontro, nel caffè, nella chiacchierata... ed è tutto scandito dagli orari del calendario. Diciamo che è stato complicato all’inizio, ma alla fine è un vantaggio. È nato un modo diverso di gestire gli incontri con i Clienti e lo trovo vantaggioso. Secondo me potrebbe essere portato avanti anche post-COVID-19.

Con i colleghi, invece, è un po’ più complicato. Gli incontri, che davvero erano utili, sono ora più limitati o, comunque, regolamentati dalle misure anti-COVID-19: banalmente, è molto più difficile trovarsi assieme davanti allo stesso computer per visionare dei dati: questo ha comportato molte più mail e molte più chat.

La più grande lezione che hai imparato come Manager?

Sicuramente la capacità di gestirmi e di assumermi responsabilità, nel bene e nel male. Sul lavoro, io rappresento LabAnalysis davanti ai Clienti. Il successo di un progetto, la chiusura di un’attività nei tempi stabiliti, o la soddisfazione di un Cliente, dipendono da me e dal mio lavoro.

In secondo luogo, senza dubbio la capacità di coordinare uno o più team di lavoro. Nel mio caso parliamo di quattro gruppi distinti per un totale di 15 persone. Ognuno lavora in un ambito differente: c’è chi si occupa di validazione metodi, chi di studi farmaceutici, chi si occupa di R&D, chi si occupa di extractables and leachables da packaging, chi più di attività biologiche.
Il corso di Management che la Direzione mi ha dato la possibilità di seguire mi ha insegnato molto. Mi ha fornito le basi per una gestione migliore del mio lavoro e dei rapporti con i miei collaboratori.

Mi sono reso conto che in passato avevo commesso degli errori di comunicazione con il mio team, o che non avevo considerato degli aspetti o dei punti di vista differenti dal mio. Mi si è aperto un mondo sulla possibilità di interagire diversamente con i miei collaboratori - insegnamenti che adesso sto cercando di mettere pratica. Non sempre è facile, ma sicuramente ne vale la pena.

Il corso di Management è una tappa del mio percorso di crescita professionale, che è iniziato ormai 13 anni fa in LabAnalysis, e che spero possa regalarmi ancora molte soddisfazioni.

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