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Commitment to innovation.

Fabio Rossetti

Operation Manager

Com'è entrata la chimica nella tua vita?

Quasi per caso! Ho iniziato a studiare chimica alle superiori. Mi è piaciuta da subito, e mi sono reso conto che poteva essere la mia strada. Da lì mi sono appassionato e ho continuato a studiarla con sempre più coinvolgimento – anche oggi!

Tieni conto che sono più di vent'anni che sono circondato dalla chimica. Poi da giovane, a livello di carriera, non lo sai mai dove vai a finire: cerchi sempre di dare il massimo. Ero - e sono! - molto ambizioso: ogni volta che c’è uno spiraglio, cerco di buttarmici dentro!

Sono anche stato fortunato, sto facendo un lavoro che mi piace. Penso che l’importante sia questo, la passione nella vita è fondamentale.

Che studi hai seguito?

Ho frequentato un Istituto Tecnico Industriale a indirizzo chimico, a Casale Monferrato (AL). Poi mi sono iscritto all’Università, prima alla Facoltà di Chimica di Alessandria, poi invece ho preso una laurea specialistica in Chimica Clinica, Forense e dello Sport a Torino. 

Come sei arrivato in LabAnalysis?

È una storia un po’ pittoresca perché mi sono laureato nel marzo del 2009, periodo di crisi profonda. Non ho trovato lavoro per i successivi sei mesi. Poi una sera un amico mi ha invitato a una festa di laurea a Pavia, dove ho incontrato un altro mio ex compagno delle superiori che mi ha consigliato di dare un’occhiata a questo laboratorio vicino a Pavia. Io vivevo in Alessandria, quindi non era proprio dietro l’angolo… però, il mattino dopo ho deciso comunque di provare a mandare il curriculum, e in breve mi hanno chiamato per il colloquio. Tre giorni dopo ho iniziato a lavorare. Ora sono più di quattordici anni che sono in forza in LabAnalysis.

Ho fatto il colloquio col Professor Maggi (Luigino Maggi, ndr) una sera d’estate, verso le 18.30. Era tutto un po’ surreale, però poi ho capito che era la normalità. LabAnalysis di ordinario non ha nulla: la straordinarietà è all’ordine del giorno, ed è il bello di questa azienda!

Ho cominciato subito. Mi avevano offerto due posizioni: una in laboratorio e una in registrazione campioni ambientali. Con la sorpresa dei più, decisi di imparare qualcosa di nuovo, e mi buttai proprio su quest’ultima. È vero, subito potrebbe non sembrare un lavoro da chimico, però, è proprio questo che mi ha permesso di compiere gli steps successivi.

Ho cominciato con uno stage di tre mesi, poi, un determinato di due anni, e, infine, un contratto a tempo indeterminato.

Come sei arrivato a Vicenza?

Dopo essere stato in registrazione campioni, mi sono proposto a Lorenzo (Lorenzo Maggi, ndr) per tornare in laboratorio, sempre con l’idea di cimentarmi in qualcosa di nuovo. Tempo due mesi ed è emersa la possibilità di andare a lavorare nel laboratorio di Ricerca e Sviluppo. Ho trascorso due anni a sviluppare per lo più metodi analitici per principi attivi farmaceutici.

Successivamente, la Direzione mi ha chiesto di prendere il posto dell’uscente Sector Manager del Reparto Acque. Così, dal 2012 ho ricoperto quel ruolo, che tra le mansioni comprende sia la refertazione che l’assistenza al Cliente, e che, di conseguenza, incide sia sulla parte tecnica che su quella commerciale. Oggi sono ormai più di otto anni. Oltre che delle acque, mi occupavo anche di rifiuti e di altre matrici, sempre insieme al team dei ragazzi della refertazione di Pavia.

Poi ho saputo che avevamo acquisito un laboratorio in Veneto, nei primi mesi del 2020… Diciamo che avevo già espresso le mie ambizioni alla Direzione, e, così, mi hanno chiesto se me la sentissi di prendere in mano la gestione di questo nuovo sito e di fare da figura di collegamento tra Pavia e Vicenza.

Eravamo all’inizio della pandemia. Infatti, la cosa più difficile è stata trovare un posto in cui dormire, perché tutte le strutture erano chiuse. Poi, fortunatamente, le aziende turistiche hanno avuto la possibilità di ospitare i lavoratori. È andata bene, nel pieno rispetto del distanziamento sociale. Non c'era nessuno: solo io e la padrona dell'agriturismo!

E, naturalmente, in tutto questo discorso c’è anche la mia famiglia: sono sposato da quasi dieci anni, quando è arrivata l’ora di prendere la decisione ho coinvolto anche mia moglie, che mi ha detto, senza parafrasare: "sei un pazzo se non accetti!"

Dopotutto, «accanto a ogni grande uomo, c'è sempre una grande donna»!

Qual è il tuo ruolo attuale?

(ride, ndr) Adesso sono Operation Manager per le sedi di Pavia, Vicenza e Cagliari, ruolo che ho intrapreso dopo la scissione di LabAnalysis Environmental Science da LabAnalysis.

Cosa cerchi dai nuovi collaboratori?

Mi piacerebbe vedere la passione in quello che si fa, la stessa che ho io. Perlomeno, mi piacerebbe vedere la dedizione. È giusto e rispettoso che ci sia, anche nei confronti di chi ci dà lavoro. Se c’è quello, siamo già sulla strada giusta; se si riesce a trovare una persona con una buona base e la giusta attitudine. Poi, le skills tecniche specifiche vengono trasmesse all’interno di LabAnalysis con il processo di formazione.

Quali sono i valori che secondo te dovrebbe avere un manager?

Sicuramente motivare le persone che lavorano con te. Farle sentire parte di un qualcosa - che devo dire non è una cosa semplice. Ad esempio, dopo che ho iniziato a lavorare a Vicenza, abbiamo introdotto diversi cambiamenti nel laboratorio, sia dal punto di vista tecnico che del sistema di gestione della qualità.

Nei primi mesi è stato complicato in quanto molti cambiamenti inducono nelle persone un po’ di spavento - è assolutamente fisiologico! Bisogna riuscire a trasmettere che si sta lavorando per cercare di migliorare. È davvero molto importante. E credo di esserci riuscito! Dopo un paio di anni, il laboratorio di Vicenza acquisito nel 2020, era già completamente allineato alle procedure di LabAnalysis! Ci ho messo molto impegno ma nulla sarebbe stato possibile senza l’impegno dei “nuovi colleghi” a mettersi in gioco e dei colleghi di Pavia che, anche a distanza, hanno supportato i ragazzi di Vicenza senza mai tirarsi indietro!

Personalmente cerco spesso di parlare – parlare per davvero – con le persone. Mi piace essere autorevole, ma non autoritario: la persona che lavora con me non deve fare una cosa solo perché gli è stata detta, o perché altrimenti incorrerebbe in un richiamo, ma perché è giusto che venga fatta, e lei stessa ne deve essere convinta.

Se trovi qualcuno che non è d'accordo con i tuoi suggerimenti, come reagisci?

A livello tecnico, se secondo me una cosa va fatta in un determinato modo e qualcuno dicesse «no secondo me è meglio farla in un altro modo», va bene - ben vengano i suggerimenti! Tutti hanno la possibilità e la libertà di esprimere la propria idea, come ce l'ho io. Sicuramente se ne parla. Come dicevo prima, non sono una persona che dice «Ti ho detto di fare così, e quindi fai così». Si parla, ci confrontiamo. mi spieghi le tue idee, i tuoi motivi e giungiamo ad una soluzione per raggiungere tutti i nostri scopi.

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