“Secondo uno studio del Personal Care Products Council, il 68% dei consumatori ritiene che la sostenibilità del prodotto sia importante quando si effettua un acquisto, mentre il 66% è disposto a spendere di più per prodotti che dichiarano un impatto ambientale e sociale positivo.”
Con tale consapevolezza, si è diffuso il trend dell’upcycling approfondito da Nicola Lionetti - Cosmetic Laboratory Manager e Marta Montoli - R&D Specialist in un articolo per Cosmetics & Toiletries:
L’upcycling consiste nell’uso di materiali di scarto (es. prodotti, imballaggi) per creare materialo o oggetti di valore maggiore. Si distingue da riciclaggio e downcycling, poiché evita la distruzione a favore di un riutilizzo responsabile del materiale o oggetto sfruttato, volto all’aumento del suo valore originale.
Lionetti e Montoli spiegano che nell’industria cosmetica il concetto non è nuovo, ma ha ripreso vigore. Il rinnovato interesse riguarda spesso l’upcycling di materiali provenienti dall'industria alimentare, da cui si possono ottenere materie prime, principi attivi, quindi, ingredienti cosmetici.
Perché è tanto importante insistere sul tema, se è già conosciuto? Dati alla mano, lo spreco alimentare risulta essere il 17% dell'intero processo di produzione alimentare. Il metodo dell’upcycling permette di ammortizzare la percentuale. A partire dai sottoprodotti alimentari dell’orticultura, ad esempio, si possono sviluppare materie prime sostenibili. È necessario, però, fare attenzione alla scelta della tecnica di estrazione, che deve essere al contempo rispettosa dell’ambiente e ottimamente efficace.
Come scegliere la migliore tecnica di estrazione? Quali ingredienti si possono riutilizzare? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi della circular beauty?
Per scoprirlo, leggi l’articolo!
Per maggiori informazioni contattare
nicola.lionetti@labanalysis.it