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Commitment to innovation.

Adriana Bonfigli

Responsabile laboratorio cosmetico dei test in vivo

Quando eri piccola cosa volevi fare da grande?

Mah ehm... (sospira, ndr) devo dire la verità che paradossalmente, non dico che volevo fare questo, però mi ha sempre affascinato l’ambiente farmaceutico. Forse perché sono cresciuta immersa in questo mondo: il mio bisnonno, mia nonna, mia mamma, mia zia, sono tutti farmacisti. Fin da bambina frequentavo la farmacia di famiglia, e questa passione per i farmaci è sempre rimasta dentro di me. Ricordo che dicevo spesso: “Quando sarò grande, voglio essere quella che inventa i nomi dei farmaci” (ride, ndr). Non volevo fare il farmaco mi volevo occupare dei nomi, perché mi sembravano così fantasiosi.

Una volta arrivata in università sapevo già che il mio destino sarebbe stato quello di andare a lavorare nella farmacia di famiglia, motivo per cui mi sono iscritta a farmacia, cosa che poi in realtà non ho fatto per via del mio trasferimento a Milano.

Prima di buttarmi in quel mondo però avevo deciso di provare a superare l'esame di ammissione alla scuola di specializzazione di Ferrara, all’epoca molto difficile. Così, insieme a una collega di Sassari, ci siamo presentate all'esame, che poi abbiamo passato entrambe. Abbiamo frequentato la scuola e poi, prima di me, è stata lei a trasferirsi a Milano e a iniziare a lavorare qui, sempre con il Dott. Rigano. Quindi, è stato anche attraverso di lei che ho avuto l'opportunità di arrivare qui.

Come sei arrivata in LabAnalysis?

La mia storia in LabAnalysis ha radici nella mia esperienza durante la scuola di specializzazione a Ferrara negli anni '90, subito dopo la laurea. Uno dei professori della scuola di specializzazione era proprio il Dott. Rigano (CEO dei laboratori Rigano, prima dell’arrivo di LabAnalysis). Una volta finita la specializzazione, mi sono sposata con un milanese e quindi dalla Sardegna sono arrivata a trasferirmi a Milano.

A quel punto avevo bisogno di un laboratorio che mi facesse svolgere la mia tesi in ambito cosmetico, ho quindi deciso di chiedere al Dott. Luigi Rigano che mi ha trovato un posto nella zona di test e così ho completato la tesi e mi sono specializzata. 

Inizialmente ho trascorso un breve periodo lavorativo presso una farmacia, in linea con il mio percorso di laurea, quando poi si è liberata una posizione lavorativa dal Dott. Rigano, mi è stata offerta l'opportunità di unirmi al team, e ho accettato, correva il 1995. Da allora, lavoro qui!

Descrivi la tua giornata tipo?

Solitamente arrivo a lavoro presto, perché traggo molto giovamento nel momento di tranquillità che precede l'arrivo dei colleghi. Inizio leggendo e rispondendo alle e-mail, dedicando particolare attenzione alle comunicazioni dai nostri clienti internazionali, che spesso arrivano durante la notte.

Verso le nove del mattino, iniziamo ad accogliere i vari volontari per i test. Da quel momento, la giornata procede con la classica routine di esecuzione dei test, il controllo dei report e le discussioni sui risultati. Inoltre, lavoriamo alla programmazione dei test futuri. Queste attività si susseguono ciclicamente durante la giornata, costituendo il nucleo delle nostre operazioni quotidiane.

Come gestisci il tuo team e quali qualità cerchi nelle persone che lo compongono?

Nella gestione del mio team, considerando che lavoriamo insieme da diversi anni, l'approccio è principalmente basato sulla flessibilità e sulla disponibilità. Dal punto di vista delle competenze le mie colleghe sono veramente eccellenti, al massimo della professionalità, capacità ed esperienza. Anche se ognuna ha caratteristiche personali che si riflettono nel lavoro che svolgiamo, alla fine tutte sono in grado di affrontare qualsiasi compito al massimo livello.

Per quanto riguarda le caratteristiche principali che ricerco nelle persone del mio team, sono due: professionalità e precisione. Questo lavoro richiede una grande attenzione ai dettagli e un certo ordine mentale, ed in questo io riesco subito ad invidiare le persone che possiedono questo tipo di qualità e quelle che probabilmente non le avranno mai. Per quanto è vero che tutti i lavori si possono imparare, la così detta forma mentis o ce l’hai o no.
Quindi sì direi, precisione, disponibilità ed elasticità. Naturalmente, ciò presuppone che tutti abbiamo una base di conoscenze nel nostro campo di lavoro! (ride, ndr)

Cosa ti appassiona di più del tuo lavoro?

L'aspetto che mi affascina di più è senza dubbio quello di supportare le aziende nel valorizzare i propri prodotti attraverso un approccio scientifico, focalizzato sui risultati dei test. È una specie di marketing tecnico, anche se non è esattamente il mio ruolo principale, ma è comunque una parte della mia attività che si concentra sull'assistenza al cliente dopo i test.

Anche perché prima, essendo parte di una realtà più piccola, era normale dovermi occupare direttamente di più aspetti come il rapporto con il cliente e il follow-up dopo la consegna dei risultati del test. Questo coinvolgeva anche aiutare il cliente a interpretare correttamente i risultati ottenuti. Ed è proprio questo l'aspetto che mi è sempre piaciuto di più, ho sempre visto in questo compito una combinazione di creatività e rigoroso metodo scientifico.

Cos’è cambiato nel corso del tempo e come ti sei sentita quando siete diventati parte della famiglia LabAnalysis?

La differenza più evidente è stata la trasformazione da una piccola realtà ad una grande azienda, un cambiamento che per tanti aspetti ha portato numerosi vantaggi. Innanzitutto, il senso di sicurezza derivante dall'appartenere a un'organizzazione ampia, affidabile e stabile, una sensazione che inizialmente mancava.

In termini di cambiamenti concreti cos’è cambiato? Direi il mercato dei cosmetici! Noi abbiamo iniziato a fare test quando ancora nessuno li faceva, ora invece che sono richiesti per legge e quindi c’è molta più concorrenza. In passato, la qualità del lavoro svolto rappresentava il principale punto di differenziazione. Oggi, invece, non è più sufficiente garantire una buona esecuzione: si gioca molto sul prezzo, con un conseguente livellamento della qualità dei servizi offerti da tutti i laboratori.

Questa tendenza all'abbassamento dei costi è particolarmente diffusa in Italia, dove spesso si privilegia il prezzo più basso a discapito della qualità del lavoro. Al contrario, i clienti esteri con cui abbiamo sempre collaborato e continuiamo a farlo, adottano un approccio più orientato alla qualità. Sanno che per ottenere risultati soddisfacenti è necessario investire, e sono disposti a farlo. In Italia, invece, sembra che il valore prevalente sia il prezzo più basso, indipendentemente dalla qualità del servizio. Anche se questa non è una regola generale, rappresenta comunque una tendenza predominante nel mercato attuale.

Chi ha segnato il tuo percorso di crescita qui in LabAnalysis?

Il Dottor Rigano è indubbiamente stato una figura ispiratrice per tutti noi. Una persona estremamente colta in tutti i campi, il suo sapere nell’ambito cosmetico era veramente immenso, e ascoltarlo interagire con i clienti era un qualcosa di unico. È sempre stato molto interessante e informato, e il fatto che avesse partecipato a numerosi congressi in tutto il mondo, e fosse membro di diversi comitati scientifici, contribuiva ulteriormente alla sua autorevolezza. Senza dubbio, possiamo considerarlo una figura illuminata nel campo cosmetico!

Chi ti dà motivazione e supporto?

Direi mio marito, ma mi sembra anche un po’ una banalità (ride, ndr). In realtà, come dire mi sostengo da sola fondamentalmente. Trovo dentro di me la forza per affrontare e superare gli ostacoli. Mio marito cerco di tediarlo il meno possibile con i miei problemi lavorativi, non mi piace scaricare i miei problemi sugli altri. Certo, se si tratta di una questione importante ne parlo anche con lui però ecco, le piccole questioni quotidiane cerco di risolverle da sola.

Al limite, posso dire che Nicola Lionetti (Responsabile laboratorio cosmetico) è diventato il nostro "parafulmini" per tutte le piccole controversie giornaliere. Quindi forse sì, Nicola potrei considerarlo come un sostegno. Poverino, è l'unico uomo tra tutte noi donne e ci deve sopportare! (ride, ndr)

Come ti vedi tra 5 anni?

In pensione! (ride, ndr) È una battuta, ma onestamente, mi vedo davvero in pensione. So che 5 anni potrebbero sembrare un'età troppo giovane per il pensionamento, ma considerando l'età che avrò, potrebbe essere una previsione ottimistica. Io sono dell’idea che l'esperienza nel lavoro sia fondamentale, ma riconosco altrettanto l'importanza dell'energia e della freschezza dei giovani. Quindi, alla fine, penso che ad un certo punto le persone debbano andare in pensione, anche se è un peccato perdere tutta l'esperienza accumulata nel corso degli anni.

Guardando le mie giovani collaboratrici, sotto i 25 anni, con tutta la loro energia e freschezza, mi rendo conto che affrontano il lavoro in modo diverso, con una prospettiva unica. Per quello dico che forse tra 5 anni, se riesco a recuperare gli anni di laurea, magari riuscirei anche ad andarci. Anche se amo il lavoro, non sono una di quelle persone che dice "non andrò mai in pensione", io voglio godermi la mia Sardegna, ci sono ancora tanti posti di mare che voglio visitare. E poi sarebbe l’occasione ideale per dedicarmi a tutti i miei hobby! Io amo viaggiare e amo tutto ciò che riguarda il viaggio, dalla sua organizzazione alla sua realizzazione.

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