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Commitment to innovation.

Laura Silva

Senior Project Manager

Quando eri piccola cosa volevi fare?

Ho scelto di fare il liceo scientifico e pensavo di diventare un bravissimo medico. Infatti, ho fatto il test di medicina, e - ora non ricordo esattamente per quanto - ma per pochi posti non sono entrata nel ripescaggio, Al tempo, ho detto “Beh se non passo medicina, faccio comunque qualcosa di scientifico” perché mi piacevano le materie scientifiche. C’era un nuovo indirizzo in Biotecnologie all’Università di Pavia; mi sono iscritta lì, e, finita la triennale, ho fatto la specialistica in Biotecnologie chimiche e ambientali. Poi, non ero ancora laureata, quando il mio professore di Tossicologia, il Professor Alessandro Agazzi, che è l’attuale medico del lavoro in LabAnalysis, ci ha portato in visita in azienda. Io ho mandato il CV e, dopo essermi laureata nel dicembre del 2009, a gennaio 2010 sono entrata a far parte di LabAnalysis anche io.

Come è stato il tuo percorso di crescita?

Sono stata assunta in LabAnalysis nell’Area Ambientale, dove sono rimasta per quasi undici anni; poi, la direzione mi ha offerto l’occasione di cambiare materia, occupandomi dei materiali a contatto con alimenti, e ho accettato. Mi è spiaciuto, perché mi piaceva molto l’ambientale, dove ormai mi sentivo nella mia comfort zone – e, dopo tanti anni, c’era la dimestichezza. Però ho deciso di accogliere quella che ho sentito un po’ come una nuova sfida con me stessa. Ho accettato, e ho scoperto che è molto stimolante il Food Contact: la normativa è in continuo aggiornamento, e ci sono tanti aspetti nuovi.

Di cosa ti occupi, quindi, ora?

Sono Senior Project Manager, e gestisco tutta la parte di supporto tecnico e certificazione dei risultati nel settore MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti), quindi principalmente imballaggi.

Di questo lavoro sicuramente mi piace il ritmo: è necessario aggiornarsi sempre, perché è un settore dinamico. Tutto parte dal testing plan, un pacchetto di analisi che va proposto all’inizio dell’interazione col cliente, è specifico per la richiesta, e si basa sulle normative in evoluzione. C’è sempre qualcosa da imparare, e lo trovo davvero molto stimolante.

Cosa ti piace di più del tuo lavoro?

Per accontentare al meglio le richieste del cliente giornaliere, ho collaborazioni con diversi colleghi del gruppo, e con cui c’è una sinergia continua. In particolare, collaboro con alcuni colleghi della sede di Chieti, dove Nico (Nico Marcovecchio – Food Contact Senior Project Manager, ndr) è il mio braccio destro. Lo conoscevo già, ma non avevo mai lavorato insieme a lui; avere a che fare con lui, che è molto preparato, mi ha insegnato tanto.

Ecco, un altro aspetto che mi piace, sono proprio le persone con cui lavoro. Sono persone solari e umili, e per me questo aspetto è importantissimo. Certo, ci possono essere i problemi, ma lo spirito con lui lo affronti fa la differenza. Per me, solarità, umiltà e voglia di apprendere sono le tre cose che non dovrebbero mai mancare in un ambiente di lavoro e questo è ciò che ho sempre trovato in LabAnalysis, dove tante persone - in particolare Elena (Elena Boneschi - Responsabile Settore Acque e Terreni, ndr) - mi hanno insegnato tanto. Ho fatto degli errori come tutti, ma chi ne sapeva di più ha saputo riprendermi nel modo giusto, e questo mi ha permesso di crescere, e mi ha aiutato a rafforzare il carattere.

In pratica io sono cresciuta insieme all’azienda, e per questo, in un certo senso, LabAnalysis la sento mia. Per me, è la mia azienda.

Come vivi l’equilibrio tra famiglia e lavoro?

Devo dire che essere appagata a livello lavorativo secondo me fa vivere meglio anche la famiglia, perché si è più sereni. Certamente, però, dedicandomi molto all’azienda, ho sacrificato e sacrifico del tempo ai miei famigliari. Ma se c’è bisogno di fermarsi in azienda, io lo faccio volentieri. Ci tengo a fare bella figura, a dare un servizio ottimale al cliente, e come dicevo prima, essere soddisfatta al lavoro, mi aiuta a mantenere un buon equilibrio. Ovviamente, però, c’è sempre da trovare un compromesso. E io non cambierei la mia posizione.

Pensando al futuro, cosa immagini?

Spero di continuare a crescere e di approfondire questa nuova materia (i MOCA, ndr). Sicuramente sarà possibile, sia grazie all’aiuto dei colleghi, soprattutto Michela (Michela Gallo - Head of Food Contact & DSM, ndr) che in questo momento mi sta insegnando tanto, ma anche perché la mia esperienza in ambientale, dove ci sono diversi tipi di matrici, mi ha aiutato ad ambientarmi nel mondo dinamico e diverso del nuovo settore, e perché di carattere cerco sempre di trovare qualcosa che mi tenga attiva. Di sicuro non potrei mai aspettarmi di cambiare lavoro per un ruolo più statico. Nemmeno a casa, quelle poche volte in cui posso riposare, non lo faccio; mi invento sempre qualcosa! (ride, ndr)

Poi... (pensa, ndr) pensando al futuro, devo dire che mi piacerebbe anche che ci espandessimo all’estero, perché sarebbe bello poter collaborare anche con colleghi esteri e conoscere nuove realtà.

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