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Commitment to innovation.

Desirée Garagna

Direttore di Studio di Ecotossicologia

Quale è stato il tuo percorso per arrivare in LabAnalysis?

Beh, allora...oggi sono Direttore di Studio nel Dipartimento di Ecotossicologia. Tendenzialmente mi occupo della parte analitica. Principalmente seguo studi di validazione di metodi analitici per poi cercare di coordinare il gruppo di persone dedicato a tale fase dei test ecotox.

Come sono arrivata qui? (pensa, ndr) È stato un percorso abbastanza fortunato, direi. A livello scolastico, ho fatto il perito chimico a Busto Arsizio. Poi ho studiato all’Università degli Studi di Milano, nella sede di Lodi, laureandomi in Tossicologia dell'Ambiente. Con uno stage curricolare, nel 2008 ho iniziato subito a lavorare qui in Lab, ma nel Dipartimento di Chimica degli alimenti, perché avevo una forte propensione verso l’argomento, che era tema della tesi. Poi ho continuato il mio percorso, iniziando a spaziare in azienda in diversi dipartimenti. Nel senso che magari iniziavo la giornata con analisi nel dipartimento chimico, poi andavo negli studi, poi in ecotox…giravo abbastanza insomma, sfruttando il fatto che in azienda nascessero via via diverse esigenze.

Ad un certo punto, nel 2011, hanno deciso di non rinnovarmi il contratto, così, per sei mesi, ho lavorato per un competitor.

Nel 2012 mi ha richiamata Chiara (Chiara Neri, Direttrice Operativa, ndr), chiedendomi se volessi tornare in ChemService. Per orgoglio ero tentata di dire “no”, perché non mi era piaciuto come mi avevano trattata, ma c’è chi mi ha fatto riflettere sulla decisione, ad esempio mia mamma, con cui vivevo ai tempi. È stata lei a farmi la tipica domanda: “Quando ti alzi la mattina, sei felice di dove sei? O era meglio prima?” e alla fine ho accettato. Quando sono tornata, mi hanno inserita nel Dipartimento di Ecotox e dopo un paio di anni sono diventata Direttore di Studi, con un bagaglio di nozioni ed esperienze in continuo aggiornamento.

Cosa ci puoi dire del tuo ruolo, anche all’interno del team?

Al momento, coordino tre persone, tre tecnici, e, in quanto Direttore, mi piace essere il loro punto di riferimento. Io non sono una persona particolarmente ambiziosa, e sono arrivata a coprire questo ruolo piano piano, perciò cerco di essere comprensiva. Al contempo, cerci di ricordarmi le esperienze passate per imparare dagli errori e capire le situazioni che mi si presentano davanti.

Nel tempo, infatti, ci sono stati personaggi che mi hanno reso il percorso più difficile. Ho anche visto che quello che davo non mi dava i ritorni sperati. Non è facile crescere in un’azienda, e in generale avere a che fare con le persone, che sono tutte diverse tra loro. Dipende anche dalla persona che sei. Io, ad esempio, qua so qual è la mia posizione e cerco di mantenerla.

In generale, comunque, cerco sempre di trovare il positivo.

In ChemService ci sono mai stati corsi di people Management?

Per quanto mi riguarda, caso ha voluto che per l’assenza di un’altra persona io abbia potuto partecipare a un “vero” corso di people management con una collega di ChemService. Per me un corso utilissimo, perché gli argomenti trattati sono stati molto utili. Secondo me, però, sarebbe il caso di fare una sorta di refresh delle nozioni, perché sono sempre attuali. Sono quelle piccole nozioni che ti possono far sentire una persona più sicura di sé – cosa che a volte a me manca – e farti apparire un leader migliore. Un piccolo esempio che mi viene in mente è come e quanto dire “grazie”. Sembrano piccole cose, ma possono aiutare.

Come hai vissuto il passaggio dalla vecchia alla nuova gestione, nel 2018?

Sono due mondi diversi, nel bene e nel male.

Il cambio di contratto era esattamente ciò che desideravo, perché prima eravamo classificati come servizio per conto terzi, mentre ora chimico-farmaceutico, coerente con il lavoro che facciamo. Il primo impatto è stato sicuramente positivo. Al contempo, questo è stato accompagnato da una gerarchia più strutturata e da altre modifiche attraverso cui la nuova gestione ha voluto plasmare l’azienda. In un certo senso, quando nell’azienda le cose cambiano è un po’ come se toccassero sul personale, quindi non è sempre facile adattarsi, ma è anche normale. Si tratta comunque di persone competenti, che io considero vincenti.

Tirando le fila, potrei dire che il fatto di essere coinvolti in un gruppo grande, importante, in espansione, è sicuramente piacevole, e ti fa sentire più tranquillo; allo stesso tempo può anche diventare uno svantaggio, perché all’interno di un grande gruppo sei un tassello, assieme ad altri tasselli. È giusto così, ma va metabolizzato all’inizio.

Ad oggi, c’è una consapevolezza di gruppo, anche se manca l’interazione diretta con le altre aziende, secondo il mio punto di vista.

Il Comitato Sportivo ti dice qualcosa? Cosa c’è oltre al lavoro?

Lo conosco, ma non sono una persona sportiva. Ho trovato solo di recente una cosa che si può avvicinare, che è lo yoga, e mi aiuta tanto. Avevo conosciuto ed approcciato il Tai Chi a seguito di qualche acciacco fisico, e mi aiutava molto, ma poi non ho faticato per trovare dei corsi per praticarlo, mentre con più facilità ho trovato e provato un corso di yoga e mi si è aperto un mondo nuovo che mi aiuta ancora a livello fisico ed a livello psicofisico. Cerco di praticarlo almeno un paio di volte alla settimana, lo trovo rigenerante, soprattutto dopo una giornata difficile. Oltre allo yoga, fuori dal laboratorio ci sono gli amici, i famigliari, e i miei due gattini.

Tra i tuoi affetti, chi ha influito di più? E a livello lavorativo, c’è qualcuno che vorresti citare?

Uh, oddio, io sono molto sensibile a queste cose. Fazzoletti ne abbiamo? (si intimidisce e sorride, ndr)

Sicuramente la persona “più” è la mamma. Ci sono stati tanti cambiamenti, ma lei è la figura che è sempre stata al mio fianco.

A livello lavorativo, Erica (Erica Tediosi, Direttrice Sezione Ecotossicologia) per me è stata una persona molto importante. (le trema la voce, ndr) Noi eravamo entrate quasi insieme, il giorno che non mi è stato rinnovato il contratto, a lei hanno dato l’indeterminato. Io piangevo, ma lei pure. Poi non posso non citare Chiara (Chiara Neri) e Rachele (Rachele Dini, Direttrice di Studio di Ecotossicologia) che per me significano tanto sul lavoro e non solo!

A parte il lunedì, andare a lavoro per me è bello. (ride, ndr)

Cosa cerchi nelle persone che si possono aggiungere al team, immaginando di espandere il tuo team?

Sicuramente l’entusiasmo, perché secondo me senza quello non si va da nessuna parte. Senza entusiasmo in quello che fai, non affronti e non risolvi i problemi giornalieri.  E poi una sorta di complicità, perché nella mia esperienza ha portato buoni frutti. Serve, poi che siano persone sveglie.

Nessuno “nasce imparato”, ma se uno è sveglio e volenteroso, le cose le impara. Le competenze tecniche si imparano, e un minimo di umiltà non guasta. (ride, ndr)

Cosa pensi del futuro per te e per l’azienda?

Sono speranzosa nei confronti della nuova sede di Origgio, per me più vicino a casa, una nuova struttura con più spazio e, spero e immagino, meno problemi tecnici.

E poi io credo che siamo un’azienda in crescita ed espansione, e io spero di seguirne il flusso. Mi piacerebbe far parte del futuro, vuol dire che stiamo crescendo come persone e come azienda.

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