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Proprietà dei materiali: scopriamo insieme quali sono le principali tecniche per comprendere se queste hanno effetto su virus e batteri

Nel corso degli ultimi mesi, l’importanza della salubrità delle superfici negli ambienti domestici e lavorativi ha acquistato una dimensione preponderante in relazione alle proprietà dei materiali. Il mercato si sta infatti sempre più spingendo verso lo studio e lo sviluppo di materiali con effettive proprietà sul contenimento delle contaminazioni.

Non stiamo tuttavia parlando solo di agenti disinfettanti, igienizzanti o comunque con un effetto limitato al momento dell’utilizzo. Lo scopo di questi materiali di nuova generazione è quello di avere componenti al loro interno o caratteristiche tali da portare ad una efficacia nel lungo periodo, continuando ad agire attivamente verso batteri, virus e muffe.

Diversi studi hanno verificato la potenziale contaminazione di superfici, manufatti ed apparecchiature in ambito domestico, lavorativo e sanitario. Ad esempio, solo citando la diffusione batterica come carica totale, Reynolds et al (2005) hanno monitorato circa 200 campioni prelevati di superfici di negozi, asili nido, uffici, palestre, ristoranti, attrezzature da gioco per bambini, etc. Il 93% dei campioni prelevati ha mostrato contaminazione, anche con valori molto elevati. In 60 campioni sono stati isolati anche coliformi o batteri fecali.

In un altro studio, Gutarowska et al. (2015) hanno rilevato la presenza di alte concentrazioni di microrganismi mesofili (batteri e funghi) comprese tra 2,9* 102 e 3,3* 103 UFC/100 cm2 su superfici di lavoro negli impianti di compostaggio. In questi ambienti i microrganismi, tra cui patogeni come Aspergillus fumigatus (Domingo e Nadal, 2009; Nadal et al., 2009, Persoons et al., 2010), loro frammenti, tossine e metaboliti (MVOCs: composti organici volatili microbici, endotossine e micotossine) vengono rilasciati nell’aria durante la produzione di compost con conseguente contaminazione delle superfici.

Si può evincere quindi che la contaminazione delle superfici in ambienti domestici e lavorativi e l'analisi dell'efficacia dei materiali e prodotti utilizzati, unitamente alle misure da attuare per la prevenzione e il controllo della contaminazione, siano attualmente temi caldi per tutte le aziende che desiderano contribuire alla prevenzione della diffusione di agenti patogeni, fra i quali anche il tristemente attuale SARS-CoV-2.

Quali possono essere le principali Sorgenti di contaminazione?

  • CONTAMINAZIONE PER CONTATTO DIRETTO

Il concetto di contatto diretto è relativamente intuitivo ed è associato al trasferimento potenziale da altre superfici contaminate quali oggetti, utensili, mani dei lavoratori, animali e altro.

  • CONTAMINAZIONE PER SEDIMENTAZIONE

Altra modalità di contaminazione potenziale è per aerodispersione e successiva sedimentazione gravitazionale dei biocontaminanti. L’entità del fenomeno è influenzata da diversi fattori, fra i quali le dimensioni e la densità delle particelle sospese nell’aria, i livelli di umidità, la ventilazione dell’ambiente ecc.

In questa panoramica si vanno dunque a inserire aziende specializzate nella realizzazione di materiali in grado di mostrare attività batteriostatica o addirittura antibatterica, antifungina ed antivirale per rendere più sicuri gli ambienti in cui si vive e si lavora.

contaminazione antibatterica antivirale

Quali test possono essere condotti per scoprire le diverse proprietà antibatteriche dei materiali?

La verifica delle performance dei materiali si ottiene, in genere, andando a simulare i fenomeni di contaminazione superficiale, monitorando la permanenza e/o lo sviluppo delle specie di interesse in specifiche condizioni ambientali. La valutazione è di tipo comparativo: inoculi quantitativamente uguali del microorganismo di interesse vengono effettuati nelle stesse condizioni sia sui materiali da studiare sia su provini tradizionali della stessa tipologia, che verranno poi utilizzati per il confronto grazie al quale si potrà avere una quantificazione dell’eventuale effetto antibatterico, antifungino o antivirale.

Esistono procedure ufficiali per la valutazione dell’attività antibatterica ed antivirale come ad esempio:

  • ISO 21702: Measurement of antiviral activity on plastics and other non-porous surfaces
  • ISO 22196: Measurement of antibacterial activity on plastics and other non-porous surfaces
  • ISO 18184: Textiles - Determination of antiviral activity of textile products
  • ISO 20743: Textiles - Determination of antibacterial activity of textile products

Data la particolare situazione sanitaria in cui tutto il mondo si trova, possono essere effettuati anche test in vitro per monitorare l’efficacia nei confronti di SARS-CoV-2 heat inactivated in specifiche condizioni sia su superfici che in aria.

I risultati ottenuti nel monitoraggio delle superfici, ovviamente, dipendono dalla selezione di una o più tecniche appropriate in funzione delle caratteristiche dell’ambiente, delle superfici da esaminare e degli obiettivi del monitoraggio.

I webinar

LabAnalysis Group, da sempre attenta ad offrire il miglior servizio possibile, ha organizzato un ciclo di conferenze nell’arco dell’anno 2021. Il primo webinar, “Proprietà dei materiali - Saggi per la valutazione dell’attività antivirale, antibatterica ed antifungina”, sarà gratuito e si toccheranno focus di rilievo tra cui:

  • entità del fenomeno e i fattori coinvolti;
  • valutazione del rischio biologico;
  • modalità attraverso cui è possibile raggiungere i risultati;
  • test biologici che valutano l'attività antibatterica e antivirale.

A presentare l'evento saranno:

Michela Gallo - Head of Food Contact and DSM e Fabio De Leonardis - Responsabile Area TBCF & Direttore Studio Biocidi e Virucidi

Scrivici la tua domanda nei commenti o all'indirizzo marketing@labanalysis.it e i nostri esperti ti risponderanno durante il live. Per partecipare all'evento, registrati gratuitamente a questo link e aggiungi l'evento al tuo calendario!

Fonti esterne: documento INAIL